L’autostima è una valutazione del valore che attribuiamo a noi stessi come persona e possiamo immaginarla come dei singoli auto-giudizi che ci attribuiamo nei diversi aspetti della nostra vita. È un’idea piuttosto stabile e, in generale, si riferisce a un apprezzamento di sé stessi e ad una valutazione positiva del nostro valore.
Semplificando, l’autostima può essere vista come una somma delle nostre credenze positive, basate su capacità e talenti, a cui sottraiamo tutte le nostre negatività ed incapacità.
Ogni individuo è diverso dall’altro, così com’è diversa anche la capacità di auto-valutarsi. Ad esempio persone dotate di una forte autoindulgenza, o cresciute in famiglie che le hanno spesso esaltate, danno maggior risalto ai loro lati positivi e sorvolano, o ritengono meno importanti, i lati negativi della propria persona. Viceversa, alcune persone, spesso cresciute in ambienti svalutanti, tendono ad evidenziare le proprie negatività e a non dare il giusto valore ai loro pregi e capacità, e sono in genere contraddistinti da un’autostima più bassa rispetto al loro reale valore.
Essendo l’essere umano un animale sociale, il concetto di autostima è anche legato all’opinione che gli altri hanno di noi, cioè il modo in cui gli altri ci valutano, ci stimano o disistimano. Tale valore che le persone ci attribuiscono è per noi maggiormente importante se queste occupano un posto rilevante nella loro vita. Anche in questo caso, considerando la diversità di ogni singolo individuo, esistono persone più “sensibili” al giudizio altrui e altre invece che ascoltano poco le opinioni degli altri, specie se poco conosciuti.
Nello studio dell’autostima, la psicologia moderna dà molto rilevanza al senso di autoefficacia, concetto reso famoso dallo psicologo Albert Bandura nel 1997 che lo definisce come “la valutazione che le persone danno rispetto al sentirsi capaci di eseguire determinate azioni e di raggiungere livelli stabiliti di prestazione in specifici compiti o ambiti di vita.“
L’autostima deriverebbe quindi dal riconoscerci capaci di compiere o non compiere determinate azioni e di raggiungere determinati obiettivi importanti per noi o per la società nella quale viviamo. Questi obiettivi possono essere personali (ad esempio “mettere su famiglia”, laurearsi, correre una maratona, ecc.), oppure più sociali (fare carriera, comprare una bella casa, possedere una bella auto, ecc.).
Come migliorare l’autostima? Ecco alcuni suggerimenti:
1. Innanzitutto, ognuno di noi dovrebbe conoscere al meglio Sé stesso per comprendere cosa sia davvero importante nella propria vita e cercare di realizzarlo. Questo perché seguire solamente gli obbiettivi dettati dalla società in cui viviamo porterebbe (anche qualora si fosse in grado di realizzarli) ad una forma di insoddisfazione che lederebbe anche il senso di autostima, poiché potrebbe far percepire una mancanza di significato e di scopo nella vita.
2. Redigere un Diario dell’autostima. Persone cresciute in ambienti svalutanti hanno la necessità di riconoscersi i propri meriti e di ricordarseli nel tempo. Per questo scrivere i propri successi e rileggerli serve a bilanciare il senso di inadeguatezza e di auto-svalutazione.
3. Mettersi alla prova, dapprima con compiti ed obiettivi semplici, poi via via crescendo spostando i propri limiti verso l’alto, accrescendo così la propria autostima, e tenendo traccia dei risultati nel diario dell’autostima (espresso al punto 2). Fondamentale è scrivere di volta in volta i propri obiettivi e tradurre in parole le sensazioni e le emozioni provate nel raggiungerli. Questa pratica aiuta molto il senso di Auto-efficacia espresso poco fa.
4. Sviluppare una certa impermeabilità ai giudizi negativi altrui, considerando che tali commenti possono essere stati emessi in momenti di rabbia o contrarietà, oppure da persone che non ci conoscono bene, o che avevano finalità strumentali (per ottenere un vantaggio), o che volevano sfogare la loro rabbia. In fondo si parla di autostima, non di stima degli altri nei nostri confronti, quindi, quando riceviamo commenti negativi, dobbiamo riflettere e valutarne la fondatezza.
5. Passare dalla logica del “sembrare migliori” “all’essere migliori”. Basta fare un esercizio di onesta verifica di quanto tempo e risorse impieghiamo per apparire al meglio: dal truccarsi al pettinarsi, dal vestirsi alla moda al conoscere l’ultimo modello di telefono o di auto, all’apparire sui social sempre felici ed in viaggio. Al contrario, sarebbe meglio lavorare su noi stessi per migliorarci davvero, sia nell’aspetto (facendo esercizio fisico) sia nella nostra personalità (studiando, aprendo la mente con viaggi e letture, cercando di comprendere i nostri talenti e utilizzarli al meglio, evolvendoci, ecc.).
Tutto questo porterà nel tempo ad accrescere il senso di autoefficacia, ad avere la consapevolezza che stiamo incidendo su di noi e sulla nostra vita in modo positivo perché si avrà la sensazione che staremo migliorando come persone e che staremo utilizzando al meglio le capacità e i talenti con le quali siamo nati e di avere dato il via ad una propria evoluzione personale.
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